Parlamento Europeo – “Pace e Prosperità – Valori fondanti dell’Unione Europea”
E’ una grande lezione sul valore e sul significato della Pace quella che Prem Rawat ha tenuto a Bruxelles, presso la sede del Parlamento europeo.
Lunedì 28 novembre 2011 l’appuntamento è doppio. Alla lectio magistralis di Prem Rawat segue la firma del Pledge to Peace, una dichiarazione di intenti che impegna i firmatari – rappresentanti delle Istituzioni, delle Organizzazioni no profit, delle Università, degli Enti pubblici e privati – a promuovere e sviluppare in ambito europeo iniziative a favore della pace nella sua accezione più universale, per una società basata sulla dignità della persona, sul benessere, sulla solidarietà, sull’uguaglianza e sulla libertà tra i popoli.
L’iniziativa è promossa dal primo vicepresidente del Parlamento europeo, On. Gianni Pittella, e si inserisce all’interno della conferenza “Pace e Prosperità – valori fondanti dell’Unione Europea”.
In una sala gremita di diplomatici e di personalità del mondo della politica e della cultura provenienti da diversi paesi – oltre ai delegati europei vi sono rappresentanti dall’India e dalla Russia – Pittella, esordisce definendo Prem Rawat una grande personalità portatrice del messaggio della pace e ricorda che al termine della conferenza verrà firmata “una dichiarazione d’intenti che va verso la concordia e la responsabilità che ognuno si assume verso la pace”. Poi continua: “La pace non è un obiettivo soltanto dei grandi uomini, ma un dovere affidato al contributo di tutti noi”.
Il primo vicepresidente menziona che la pace è fondamento dell’Unione europea, la quale oggi deve assumersi il compito di raggiungerla superando la crisi economica. Pittella prosegue rimanendo ancorato all’attualità. Riferendosi alle rivolte che hanno attraversato i paesi arabi, si augura che, con l’aiuto dell’Unione europea “la primavera non diventi autunno o inverno, ma si trasformi nella splendida estate, mite e soleggiata, della democrazia”. Infine arrivano i dati. Pittella conclude il suo intervento rammentando alla platea che oggi il 98% del mondo vive con poco, mentre il restante 2% ha tantissima ricchezza e vive alle spalle delle grandi aree caratterizzate da miseria: “questa grande ingiustizia deve essere sanata perché è la fonte principale della guerra, del conflitto, del disagio”.
Il primo vicepresidente menziona che la pace è fondamento dell’Unione europea, la quale oggi deve assumersi il compito di raggiungerla superando la crisi economica. Pittella prosegue rimanendo ancorato all’attualità. Riferendosi alle rivolte che hanno attraversato i paesi arabi, si augura che, con l’aiuto dell’Unione europea “la primavera non diventi autunno o inverno, ma si trasformi nella splendida estate, mite e soleggiata, della democrazia”. Infine arrivano i dati. Pittella conclude il suo intervento rammentando alla platea che oggi il 98% del mondo vive con poco, mentre il restante 2% ha tantissima ricchezza e vive alle spalle delle grandi aree caratterizzate da miseria: “questa grande ingiustizia deve essere sanata perché è la fonte principale della guerra, del conflitto, del disagio”.
La parola passa a Anthony Seldon, giornalista, scrittore, storico e preside del Wellington College, la prima scuola in Inghilterra dove la felicità è materia di studio. Seldon ricorda che l’iniziativa odierna ha ricevuto il sostegno, tra gli altri, degli ambasciatori di Spagna, Portogallo, Egitto e Stati Uniti, oltre che del presidente del Senato e del Primo ministro italiani. Quindi viene proiettato un video in cui passano immagini di guerra e si sentono, inconfondibili, i suoni degli spari delle armi da fuoco. Terminato il video, Seldon chiede ai presenti un minuto di silenzio “per provare la gioia ineffabile della pace che è qui adesso”. Un momento denso di emozione. Poi afferma: “La costituzione dell’Unesco dice che la pace deve essere costruita nella mente degli uomini. Se riusciamo a trovare pace e amore nella nostra vita, avremo un mondo pieno di pace”.
E’ il momento della lectio magistralis di Prem Rawat, il quale incalza subito i presenti: “Perché ci chiediamo se la pace sia possibile? Non sappiamo che la pace esiste implicitamente nel cuore di ogni essere umano? Può accadere la pace? Certo! La domanda è perché non stia succedendo”.
Come sua abitudine, Prem Rawat incanta la platea raccontando una storia semplice, pura e splendidamente attuale, capace di ricordare a tutti quello che già si trova nei nostri cuori, sepolto sotto strati di impegni, falsi obiettivi, delusioni. Un pubblico straordinariamente attento ascolta la storia dell’usignolo e dell’imperatore che cercava un uccello che potesse cantare una splendida canzone. Quando gli viene portato l’usignolo l’imperatore pensa che sia solo un uccellino normale, ma poi lo sente cantare e se ne innamora. Sfortunatamente se ne libera dopo che un altro imperatore gli regala un usignolo meccanico. Qualche tempo dopo l’usignolo meccanico si rompe e l’imperatore si ammala, fino a ritrovarsi sul letto di morte. L’usignolo torna e, sentendolo cantare, l’imperatore guarisce.
Prem Rawat va avanti: “Le nazioni sono l’imperatore, la pace è l’usignolo. Abbiamo fatto in modo che la pace sia diventata una cosa meccanica. i problemi che abbiamo in questo mondo vengono da molto lontano, perché l’imperatore ha dimenticato l’usignolo e ha pensato che l’usignolo meccanico andasse bene, ma l’usignolo meccanico si è rotto. Ci sono tante persone che stanno parlando di come aggiustarlo, ma quello che ci serve è cacciare l’usignolo meccanico e riportare quello vero”.
Come sua abitudine, Prem Rawat incanta la platea raccontando una storia semplice, pura e splendidamente attuale, capace di ricordare a tutti quello che già si trova nei nostri cuori, sepolto sotto strati di impegni, falsi obiettivi, delusioni. Un pubblico straordinariamente attento ascolta la storia dell’usignolo e dell’imperatore che cercava un uccello che potesse cantare una splendida canzone. Quando gli viene portato l’usignolo l’imperatore pensa che sia solo un uccellino normale, ma poi lo sente cantare e se ne innamora. Sfortunatamente se ne libera dopo che un altro imperatore gli regala un usignolo meccanico. Qualche tempo dopo l’usignolo meccanico si rompe e l’imperatore si ammala, fino a ritrovarsi sul letto di morte. L’usignolo torna e, sentendolo cantare, l’imperatore guarisce.
Prem Rawat va avanti: “Le nazioni sono l’imperatore, la pace è l’usignolo. Abbiamo fatto in modo che la pace sia diventata una cosa meccanica. i problemi che abbiamo in questo mondo vengono da molto lontano, perché l’imperatore ha dimenticato l’usignolo e ha pensato che l’usignolo meccanico andasse bene, ma l’usignolo meccanico si è rotto. Ci sono tante persone che stanno parlando di come aggiustarlo, ma quello che ci serve è cacciare l’usignolo meccanico e riportare quello vero”.
In uno dei passaggi più sentiti, Prem Rawat afferma che “ogni essere umano qui sulla Terra è nostro prossimo, perché non abbiamo altri vicini di casa là fuori. Quando non andiamo d’accordo con le altre persone per differenze di lingua, di razza o di altezza, neghiamo un valore insito in noi stessi”. Quindi ricorda il significato della parola democrazia: poche persone che ne servono molte; oggi vediamo molte persone che ne servono poche e questa non è più democrazia. E poi aggiunge:“Abbiamo provato tutto ma non a dare una possibilità alla pace. Cos’è la pace? L’assenza di guerra? No! La guerra accade perché le persone hanno perso il rispetto reciproco. Le regole sono diventate più importanti delle persone. La pace è nel cuore degli esseri umani, non nella loro mente”. Uno scroscio di applausi segue la sua conclusione: “Bisogna aprire la finestra e invitare l’usignolo, la canzone ci salverà”.
L’On. Pittella riprende la parola per sottolineare l’importanza dell’impegno assunto dalle istituzioni che hanno sottoscritto il Pledge to Peace. Questo, che dovrebbe diventare un appuntamento istituzionale del Parlamento europeo, pubblicizzerà le iniziative prese dai suoi aderenti ogni 21 settembre, nel giorno della pace indetto dalle Nazioni Unite.
Prem Rawat e Gianni Pittella sono i primi firmatari del Pledge to Peace, seguiti da vari rappresentanti delle istituzioni italiane, da rappresentanti delle associazioni no profit – tra cui Linda Pascotto, presidente della TPRF (The Prem Rawat Foundation) e Jeremy Gilley, fondatore di Peace One Day – e dai rappresentanti di tantissimi altri enti e istituzioni.
L’ On. Nicolò Cristaldi, sindaco di Mazara del Vallo, spiega così la sua volontà di sottoscrivere il Pledge to Peace: “Lo faccio umilmente ma con grande forza, in ricordo di quello che alcuni mesi fa è avvenuto a Mazara del Vallo. Siamo convinti che la pace si persegua anche attraverso il rispetto, come ricordato da sua eccellenza Prem Rawat. Vorremmo ci fossero tante piccole Mazara nel mondo, definita capitale della tolleranza e dell’integrazione. In questa sede abbiamo piantato un piccolo seme per la nascita della grande foresta della pace”.
Prem Rawat e Gianni Pittella sono i primi firmatari del Pledge to Peace, seguiti da vari rappresentanti delle istituzioni italiane, da rappresentanti delle associazioni no profit – tra cui Linda Pascotto, presidente della TPRF (The Prem Rawat Foundation) e Jeremy Gilley, fondatore di Peace One Day – e dai rappresentanti di tantissimi altri enti e istituzioni.
L’ On. Nicolò Cristaldi, sindaco di Mazara del Vallo, spiega così la sua volontà di sottoscrivere il Pledge to Peace: “Lo faccio umilmente ma con grande forza, in ricordo di quello che alcuni mesi fa è avvenuto a Mazara del Vallo. Siamo convinti che la pace si persegua anche attraverso il rispetto, come ricordato da sua eccellenza Prem Rawat. Vorremmo ci fossero tante piccole Mazara nel mondo, definita capitale della tolleranza e dell’integrazione. In questa sede abbiamo piantato un piccolo seme per la nascita della grande foresta della pace”.
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